Birrificio, in provincia di Caltanissetta, sorto nel 2014. Pur
essendo di relativamente piccole dimensioni, non afferisce alla
categoria dei birrifici artigianali, in quanto contempla la
pastorizzazione nella produzione delle birre.
Francesco Indorato, diplomatosi da ragioniere, lavorò, prima, presso
uno studio di consulenza, poi, in un’azienda edile come consulente
tecnico-commerciale. Insomma aveva acquisito una sufficiente esperienza
imprenditoriale. Contemporaneamente, si era da sempre adoperato per lo
sviluppo dell’azienda di famiglia che, guarda caso, produceva grano.
Prima o dopo, doveva insomma scoccare la scintilla.
Costituì la società con il fratello Carmelo e i nipoti Toni Scalia e
Calogero Fonti; attinse per il finanziamento ai Fondi Europei e assunse
l’espertissimo mastro birraio bellunese Amelio Giust, stabilitosi da
qualche anno a Sommatino con la famiglia.
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La fabbrica dispone, all’interno, di una sala degustazione con
stuzzicheria, e non solo. Vi si possono organizzare convegni, meeting,
incontri aziendali; mentre tutti e quattro i soci operano stage per gli
appassionati e intenditori di birra.
La produzione “viaggia” ormai sui 50 mila ettolitri annui. Oltre che
in Italia, le birre trovano sbocco in Francia, Germania, Olanda, Costa
Rica, Australia, Stati Uniti.
Semedorato, premium lager di colore giallo
paglierino (g.a. 5%).
Con l’effervescenza media, si produce una schiuma
bianca a grana media, ricca, compatta, persistente.
L’olfatto eroga
gradevoli aromi di malto, cui tengono dietro fieno, mais, agrumi,
paglia, miele d’arancio, vaniglia; intanto che dal sottofondo spira un
tenue sentore erbaceo e pungente di luppolo floreale.
Il corpo medio
tende al leggero, in una consistenza squisitamente acquosa. Benché a
malapena percettibile, l’amarore del rampicante suggestiona la morbida
amabilità del cereale, almeno fin verso la metà del percorso gustativo
di media durata; poi si compone un discreto equilibrio, e ci si avvia
piacevolmente verso un corto finale, secco, pulito, di straordinaria
freschezza.
Un po’ di malto dolce sembra voler riemergere nella
sfuggente persistenza retrolfattiva, ma non trova il tempo per farlo.
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Semedorato Golden Seed,
doppelbock di colore ambrato (g.a. 7%).
La carbonazione è abbastanza
contenuta; la schiuma beige chiaro, sottile, compatta. cremosa e di
sufficiente stabilità.
L’aroma si schiude forte, pulito e ben distinto
di malto, con qualche sfumatura caramellata; mentre, dal fondo,
incipienti sentori di cereali, frutti a bacca rossa, cioccolato e
liquirizia finiscono per “bussare” energicamente. Il corpo medio
presenta la classica consistenza a chiazza di petrolio che, comunque,
non intralcia la scorrevolezza della bevuta.
Il gusto defluisce
all’insegna della frutta, del caramello, delle tostature, tenuto
perfettamente in equilibrio dal morbido amarognolo di un luppolo a base
di erbe. La corsa, più che regolare, si esaurisce in una croccante
secchezza ripulente. Il retrolfatto ha discreta persistenza, ed esala
piacevoli suggestioni di caramello dall’accento affumicato e avvolte in
un delicato alone etilico.